Cercando di riprendere quanto detto negli scorsi articoli sulla socialità, vorrei cercare di ampliare questo discorso all’ambito dei rapporti umani anche da un punto di vista affettivo e sessuale. Ovviamente i cambiamenti che vanno ad incidere su questi ambiti non sono unicamente stati influenzati dalla pandemia, ma sono dei trend che si evolvono nel tempo adattandosi alla società e all’evoluzione dell’etica e della sensibilità comune.
È abbastanza evidente come il covid abbia reso l’intimità tra le persone più complessa, intendendo l’intimità anche da un punto di vista affettivo. È più difficile stringere legami con le persone o conoscerne di nuove, come risulta essere più complesso anche creare di conseguenza rapporti più profondi. Aumenta la sensazione di solitudine tra le persone soprattutto tra i più giovani, per cui si percepisce molto questa discrasia tra gli amici online e quelli dal vivo. Secondo alcune ricerche anche a livello di rapporti sessuali, questo dato sembra diminuire rispetto agli anni passati, specialmente tra le nuove generazioni.
Personalmente posso cercare di far capire questa differenza con un aneddoto personale, per cui in periodo pre pandemico l’università era un luogo di forte socializzazione e incontro tra le persone. Ad ogni lezione che andavi a seguire conoscevi una persona diversa o, se non conoscevi nessuno, in un paio di lezioni già avevi modo di parare con qualcuno in quanto si socializzava tra una lezione e l’altra o tra una pausa e l’altra. Questo è cambiato radicalmente con la pandemia per cui dopo la ripresa delle lezioni era complesso seguire in presenza anche perché non c’era più quello spirito di convivialità che ti permetteva di parlare anche con i muri pur di lamentarsi un po’ del prof o della persona che decideva di fare le domande negli ultimi due minuti, e sempre domande banali. Angolo simpatico a parte è diventato più complesso conoscere una persona e creare dei legami, come in realtà è anche più complesso semplicemente mantenerli come in passato.
Bisogna però riconoscere come, nonostante questa tendenza, sembra che si rompano diversi tabù riguardo la sfera sessuale e sentimentale, ad esempio, normalizzando (per ora ancora troppo poco, ma più che in passato) tipologie di relazioni che esulino dalla normale concezione eteronormativa, o anche semplicemente legata ad un aspetto di monogamia, per cui si inizia a parlare di più di relazioni aperte in maniera funzionale. Abbiamo anche una maggiore accettazione dei kink per cui si inizia a capire la distinzione che insorge tra questi e le parafilie patologiche e deleterie. Con kink, infatti, intendiamo delle pratiche sessuale che si discostano da quelle che sono le pratiche convenzionali, mentre con parafilia intendiamo un termine legato alla sessualità che riguarda il perseguimento delle ‘eccitazione attraverso “atti anomali”. Di per se infatti trovo importante distinguere quando queste risultano sane, nonché un semplice modo per variare la routine sessuale o soddisfare dei desideri che una persona può avere, rispetto a quando diventano patologiche. Infatti, andiamo a parlare in questo caso di un disturbo parafilico per cui queste diventano problematiche nel momento in cui iniziano a causare disagio nella vita personale del soggetto, o rischiano di creare danni a se stessi o agli altri. Un esempio per comprendere questo può essere legato ad un rapporto sadomasochista[1] che risulta come un disturbo parafilico nel momento in cui risulta essere l’unico modo in cui la coppia riesce a raggiungere l’appagamento sessuale, creando quindi disaggio per uno o entrambi i partner, o ovviamente se questo avviene senza il consenso di uno o entrambi i partner. Ovviamente questo deve avvenire in maniera responsabile, per cui anche in caso di rapporti occasionali, bisogna utilizzare le precauzioni adatte. [per approfondimenti clicca sulla parola evidenziata]
La sfera sessuale risulta un ambito molto complesso legato molto spesso a tanti pregiudizi e tabù che sono in parte stati ridotti negli anni ma che sono troppo influenzati da una morale molto spesso parziale che non dovrebbe essere presa come riferimento assoluto a prescindere. Un esempio di queste influenze è la stessa morale cristiana che nella visione della virtù vede la figura di Maria che ha concepito il figlio di dio rimanendo vergine e “pura”, arrivando a parlare di una concezione di purezza che ha molto influenzato le libertà sessuali reprimendole, soprattutto per quanto riguarda le donne. Questa ondata di limitazioni ha poi colpito anche altri soggetti che si trovano di per sé in una situazione di privazione di libertà e possibilità di relazionalità base. Un esempio è la comunità LGBTQIA+ per cui secondo alcuni non dovrebbero nemmeno esistere, pensare poi la libertà di avere rapporti diversi da quanto generalmente e socialmente accettato.
Un esempio molto importante di questo fattore è poi legato alla disabilità di cui abbiamo già velocemente accennato nel primo articolo sull’abilismo e che di sciuro amplieremo in seguito parlando dell’assistenza sessuale e di figure come quelle del love giver. Anche in questo caso la concezione comune del disabile come persona esente da pulsioni sessuali o affettive ha creato forti disagi e problematiche per queste persone che spesso devo ricorre a qualsiasi possibilità più o meno sicura e più o meno legale per soddisfare dei bisogni che dovrebbero essere qualcosa di naturale per chiunque lo voglia.
Detto questo sono certe che leggendo questo testo probabilmente il primo pensiero per molti può essere quello di avere un senso di disgusto all’idea di accettare una forma di sessualità diversa rispetto a quella socialmente e personalmente accettata, ma la verità è che ogni persona ha delle pulsioni, fantasie e desideri che dipendono dal soggetto e che di per se non sono sbagliate. Il punto è quindi quello di comprendere che tutti possono fare quello che vogliono finche tutti sono d’accordo e non creano danni ad altri, capendo quindi la differenza tra una pratica alternativa e un disturbo parafilico. Concludo questo mio discorso ricordando poi che spesso variegare le proprie abitudini in quegli ambiti porta a diversi vantaggi sotto diversi punti di vista anche riguardo la complicità e il legame con lo stesso partner.
Lorenzo De Saro
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[1] Un rapporto sadomasochista è un rapporto caratterizzato dalla compresenza o alternanza di sadismo (si associa l’appagamento sessuale con stati di dolore o umiliazione del partner) e masochismo (si associa l’appagamento sessuale con stati di dolore o umiliazione verso se stessi)